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APPENDIX.

171

Vergine chiara, e stabile in eterno,
Di questo tempestoso mare stella;
D'ogni fedel nocchier fidata guida;
Pon mente in che terribile procella
I mi ritrovo sol senza governo,
Ed ho gia' da vicin l'ultime strida:
Ma pur' in te l'anima mia si fida;
Peccatrice; i' nol nego,
Vergine: ma te prego
Che'l tuo nemico del mia mal non rida:
Ricorditi che fece il peccar nostro
Prender Dio, per scamparne,
Umana carne al tuo virginal christro.
 
Vergine, quante lagrime ho già sparte,
Quante lusinghe, e quanti preghi indarno,
Pur per mia pena, e per mio grave danno!
Da poi ch'i nacqui in su la riva d' Arno;
Cercando or questa ed or quell altra parte,
Non è stata mia vita altro ch' affanno.
Mortal bellezza, atti, e parole m' hanno
Tutta ingombrata l alma.
Vergine sacra, ed alma,
Non tardar; ch' i' non forse all' ultim'ann,
I di miei piu correnti che saetta,
Fra miserie e peccati
Sonsen andati, e sol Morte n'aspetta.
 
Vergine, tale è terra, e posto ha in doglia
Lo mio cor; che vivendo in pianto il tenne;
E di mille miei mali un non sapea;
E per saperlo, pur quel che n'avvenne,
Fora avvenuto: ch' ogni altra sua voglia
Era a me morte, ed a lei fama rea
Or tu, donna del ciel, tu nostra Dea,
Se dir lice, e conviensi;
Vergine d'alti sensi,
Tu vedi il tutto; e quel che non potea
Far altri, è nulla a e la tua gran virtute;
Pon fine al mio dolore;
Ch'a te onore ed a me fia salute.
 
Vergine, in cui ho tutta mia speranza
Che possi e vogli al gran bisogno aitarme;
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